In occasione della festa patronale appena trascorsa, è stato chiesto da alcuni giovani della Pro Loco chi era S. Prospero e come era stato assunto a Santo patrono di Romano Canavese.
Dalla tradizione popolare tramandata dai vecchi, pareva fosse un soldato romano appartenente alla legione tebea o tebana (in gran parte di fede cristiana) e che insieme ad altri commilitoni quali Maurizio, Besso, Costanzo, Solutore, Pancrazio, Tegolo, Vittore ed altri, provenienti dalla Spagna, per sfuggire alla grande persecuzione sotto l'impero di Massimiano, abbiano valicato i passi alpini canavesani e valdostani e successivamente martirizzati nella zona dell'anfiteatro morenico eporediese. Tant'è che molti dei predetti martiri sono festeggiati nei comuni del circondario (S. Besso in val soana e a Ozegna, S. Solutore a Romano, a Strambino e a Caravino, S. Pancrazio a Mercenasco, Tegolo ad Ivrea, Vittore a Villate di Mercenasco, ecc. solo per ricordare quelli più vicini a Romano).
Ed invece non è proprio così!
Dal martirologio cristiano risulta che di S. Prospero ce ne siano al meno cinque:
- S. Prospero vescovo vissuto a cavallo della metà del 400 d.c. patrono di Reggio Emilia e festeggiato il 24/11 di ogni anno.
- S. Prospero martire che secondo tradizione era un nobile romano, che convertitosi al cristianesimo, subì il martirio intorno al 304 d.c. sotto l'impero di Diocleziano e patrono di Catenanuova (Ct).
- S. Prospero d'Aquitania, scrittore, teologo, monaco, patrono di Limoges (Francia),
- S. Prospero vescovo di Tarragona patrono di Camogli (Ge),
- S. Prospero martire, soldato romano che subì il martirio durante la persecuzione di Diocleziano e sepolto nelle catacombe di S. Priscilla in Roma.
Il "nostro" si presume che sia quest'ultimo.
Nella seconda metà del 1700 i parroci, per incrementare la partecipazione dei fedeli alla propria chiesa, chiedevano alla Curia Romana di ottenere "reliquie" di santi martiri da offrire alla devozione dei parrocchiani.
A seguito di una supplica del prevosto di S. Prospero: don Enrico Giovanni Antonio di Romano, venivano concessi i resti mortali di S. Solutore martire con bolla papale di Pio IV.
Finalmente nel 1785, in un'urna contenente le ossa ed il cranio del santo martire prelevati dal cimitero di S. Callisto in Roma, dopo una sosta presso la cripta della cattedrale di Ivrea, veniva traslata a Romano e deposta provvisoriamente nella chiesa di S. Rocco al piedi di Riva al fine di consentire il giorno 6 novembre successivo, con grandi festeggiamenti ed in pompa magna (vedasi al riguardo la relazione del prevosto don Giuseppe Podio trascritta nel volume "Liber Baptizatorum" 1764- 1825 conservato presso l'archivio parrocchiale di Romano) avveniva la traslazione dell'urna, dopo ricognizione dei resti mortali, nella chiesa parrocchiale di S. Solutore con definitiva destinazione nella cappella posta ad est entrando.
Il 26 maggio del 1800 la chiesa di S. Solutore in seguito ai combattimenti fra l'armata di Napoleone e le truppe austro-piemontesi avvenuti in quel di Romano, subì il saccheggio da parte delle truppe francesi, mediante profanazione dell'urna di S. Prospero con rottura dei cristalli e depredazioni delle sacre vesti dello stesso.
E quì rimase fino all'unificazione delle due parrocchie romanesi avvenuta il 6 settembre 1818, dove l'urna venne spostata nella chiesa di S. Marta (ex S. Pietro ora sede della Pro Loco) posta in contiguità a quella parrocchiale di S. Pietro in castello.
Le feste patronali a Romano erano due:
- San Solutore e Sebastiano il 20 gennaio,
- San Pietro Apostolo il 29 giugno.
Nel 1729 il giorno 11 maggio la festa patronale venne unificata ed eletta nel giorno della nativitá della Madonna ricadente il giorno 8 settembre di ogni anno.
Con la fine della costruzione e successiva consacrazione della nuova chiesa parrocchiale avvenuta nel 1843, l'urna con le reliquie di San Prospero trovarono definitiva sistemazione nella cappella posta a destra entrando.
La festività religiosa veniva celebrata in data 7 novembre di ogni anno così come si è sempre praticato dal 1785.
Dal 1867 il Consiglio Comunale stabiliva che San Prospero diventasse il "santo patrono" di Romano Canavese e la festa titolare venisse celebrata la prima domenica di novembre mentre la fiera agricola, con rassegna del bestiame, era fissata al lunedì successivo ed era conosciuta come "la feira d'la cavagna" !
L'urna del santo protettore venne stabilito di portarla in processione solamente ogni cinque anni come da disposizioni ecclesiali.
La festa si svolgeva per le contrade del paese contigue alla piazza della Rua (attuale p.za A.Sarti) dove veniva posizionato il ballo a palchetto, le giostrine, i tiri a segno e le bancarelle di ogni tipo; la fiera si svolgeva invece nella "Lea" (v.le G. Marconi) e nei prati antistanti.
Negli anni '70 del secolo scorso, la festa patronale venne spostata alla prima domenica di settembre così come si è usato finora, mentre la fiera venne praticata con un certo interesse fino agli anni Cinquanta del secolo scorso dopo di che si è persa nel tempo.