Anticamente il giorno più importante di febbraio era la "Candelora" che ricorre il 2 febbraio, mese corrispondente alla " festa di metà inverno", "nel mezzo della strada" del solstizio d'inverno (più precisamente il Natale) e l'equinozio di primavera.
La Candelora ( o Seriola in veneto) è la festa della luce che cade esattamente a metà dell'inverno.
Ormai è sempre più rara l'antica tradizione di accendere le candele benedette in chiesa, poi portarle a casa per atavici riti domestici. La candela benedetta ricevuta in chiesa veniva accesa dopo il rientro casa dalla " mater familiae" (sempre donna) che tracciava croci sui congiunti, sugli stipiti delle porte e, se c'era la stalla, sui gioghi dei buoi e sulle greppie. Guai se la candela si spegneva! Brutto segno: allusione a sciagura imminente.
Nel corso dell'anno la stessa candela veniva accesa e posta sul comodino accanto al letto di un moribondo; sul davanzale di una finestra nell'approssimarsi di un brutto temporale, oppure al centro del cortile con un ramoscello d'ulivo benedetto la domenica delle Palme, antecedente la Pasqua.
Se il temporale precedeva la mietitura del grano, il rito prevedeva che la falce messoria, utilizzata per la mietitura, venisse scagliata verso la candela ed il ramoscello d'ulivo, attestando, in tal modo, che sarebbe stata inutile nel caso di una violenta grandinata.
Nel Medioevo ed in epoca rinascimentale venivano accese lucerne, benedette in chiesa, per tracciare simboliche croci sulle porte delle case e, più ancora, sui portoni dei borghi fortificati e dei castelli. Rituali suggestivi con l'intento di proteggere la collettività da epidemie, carestie, alluvioni, terremoti e aggressioni esterne.
La Candelora era "giorno di marca" come il Calendimaggio ed i Santi, poiché posta esattamente a metà strada tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera.
Tralascio le tradizioni celtiche, secondo le quali l'anno nuovo cominciava con il tramonto della Candelora.
Ancora in tempi recenti in molti paesi era tradizione, dopo la benedizione dei "ceri e delle candele" in chiesa, distribuire frittelle sul sagrato da parte delle confraternite religiose (a Romano la confraternita di S. Spirito).
La candelora era ed è la festa della fine del grande freddo invernale, del gelo persistente. Una festa satura di speranza quando le ore della luce solare si fanno più "lunghe", annunciando l'imminente primavera, quando già si percepisce nell'aria il risveglio della natura. In Piemonte era uso il detto: " a la candelora de l'invern suma fora".
La candelora cristiana, peraltro, non è una festa solitaria: preceduta da Sant Orso, quando si teneva il primo mercato dell'anno: ad Aosta si tiene tuttora una grande fiera; seguiva San Biagio: quando, alla mattina, tutti ci si inginocchiava davanti alla balaustra per ricevere la benedizione della gola con le candele benedette la sera precedente.
Era tradizione al 2 febbraio osservare la luna in cielo: se era "ecate tenebrosa", novilunio, se "selene luminosa", plenilunio. Da quella presenza o assenza dipendeva la luna di Carnevale, cade sempre in novilunio della luna di febbraio e di conseguenza la Pasqua sarà al plenilunio di marzo, tirandosi dietro le feste che seguono: l'Ascensione, la Pentecoste ed il Corpus Domini.
Oggi chi guarda ancora la luna in cielo? chi ricorda il computo dell'Epata (fasi lunari) piemontese.
Nella notte tra i primi due giorni di febbraio, in Europa l'orso ed in Nord America la marmotta, emergono dalla tana dopo il lungo letargo invernale. Se il loro corpo proietta l'ombra, per la luna piena in cielo, l'animale corre felice nel bosco. Se invece l'ombra non c'è, essendo notte di luna nuova, allora l'orso e la marmotta rientrano nella tana e si rimettono a dormire.
Questa storiella ha un fondo di verità: la luna nuova a sant'Orso e alla candelora è preludio di una primavera tarda e l'inverno continua ad essere lungo.
Per contro, la luna piena annuncia l'imminente primavera e tanto l'orso che la marmotta terminano il letargo. Ecco perchè bisogna sempre guardare il cielo alla Candelora!
Le annate peggiori, solitamente sono quelle delle "lune tarde"