Il "dopo"
Era una associazione denominata CRAL, acronimo di "circolo ricreativo associazione lavoratori" la cui sede erano i locali di proprietà comunale siti in Via Asilo dove ora ha sede la Pro Loco di Romano C.se.
Questi locali erano originariamente una chiesa di epoca medioevale dedicata a San Pietro.
Era costituita da tre navate la cui centrale si prolungava con il presbiterio e il coro.
Aveva il campanile nel lato ovest della stessa.
Nel 1651 era data per esistente ed in uso alla confraternita di Santa Marta che era dedita ad opere di "misericordia" nei riguardi dei poveri e dei bisognosi: nell' interrato della navata ovest esisteva la cripta per le tumulazioni e a cui si accedeva mediante due botole a scivolo (attualmente è la cantina della casa adiacente).
Dopo il 1842 , con la consacrazione della chiesa parrocchiale di San Pietro e San Solutore, veniva dismessa e destinata a scuola elementare.
In epoca "fascista" venne destinata a sede dell "Opera nazionale dopolavoro" in contrapposizione al circolo socialista ( la porta ruša). A fine dittatura venne rinominato in "ENAL - ente nazionale assistenza lavoratori" : ecco da dove deriva la denominazione Circolo o più prosaicamente e convenzionalmente "dopo" (retaggio dell'era fascista). In sostanza era un circolo ricreativo gestito da un consiglio eletto dall'assemblea dei soci: il consiglio eleggeva, al suo interno, il presidente, il vice presidente, il segretario ed il cassiere.
Lo scopo era promuovere l'uso del tempo libero e l'associazionismo della popolazione: funzionava un bar gestito da persona nominata dal consiglio dove si praticava il gioco delle carte, delle bocce, venivano organizzati eventi festivi, rinfreschi, pranzi e serate danzanti ecc.
C'era la televisione! Dove si andava a vedere "Lascia o raddoppia".
I miei ricordi, a partire dagli anni sessanta, sono vivi e innumerevoli: il "dopo" era frequentato da giovani ed anziani durante tutte le sere della settimana, mentre in età scolastica e fino alla adolescenza veniva frequentato alla domenica nel pomeriggio per il gelato, il cicles e/o le bibite, poi con lo svezzamento si organizzavano piccole festicciole danzanti (con il giradischi) tra amici e amiche e ... tollerate dagli anziani! In età più matura
era il ritrovo prima delle scorribande serali e/o delle missioni all'estero.
Era la sede fissa del pranzo di carnevale e della relativa serata danzante.
C'era la compagnia della scopa (Ginis, Bisot, Cecu dal buro, Sandru dij Prà, Martin Dunatu e altri che ora non ricordo), quella della briscola (Giuanotu ad Cavour, Pierinu d' Vaio, Giuanotu d' Rugia, Giuanotu d' la Ressia, Micletu, Giuseppe d' Cuda, Talin Curbis ecc.), quella del tresette e dei tarocchi, quella del cinquiglio ( i veneti!) e quelle degli spettatori e
... delle chiacchere (non si fanno nomi!!!). Non ultimo ma assolutamente importante il gioco delle "bocce" : sfide notturne e domenicali nella bella stagione tra coppie, terne e quadrette in base all'affollamento dei giocatori e alla disponibilità dei campi da gioco; sempre assistite da un folto e interessato pubblico.
Ricordo delle gare memorabili fra giocatori bravi che avevano partecipato anche a tornei regionali (trofeo Lancia e della Gazzetta del popolo) e sfide tra quadrette eterogenee e appassionate dove il bottiglione durava tra una tornata e l'altra. Il tutto finisce quando i locali furono ristrutturati e destinati a "birreria" (che per altro durò poco!) e poi concessi alla PRO LOCO che ne ha fatto la propria sede.