Gianmario Garetto




Nato a Strambino il 13/novembre / 1947

Residente a Romano Canavese frazione Cascine



Verso la fine degli anni 50 scopre la fotografia usando un’ Eura Ferrania 6x6 tutta in plastica con la possibilità di usare due diaframmi 8 o 12, tempo di scatto 1/50°, distanza a occhio da 2 metri all’infinito.
Fotografie di qualità scadente i cui negativi conserva comunque gelosamente.
Poi più avanti negli anni arriva la Kodak Retinette 2 a soffietto e cominciano i primi interessi alla fotografia di paesaggi e ambienti naturali.
Anni 80 arriva la prima reflex tutta meccanica ma completa di tempi, diaframmi e messa a fuoco.
Amante del bianco e nero apre la camera oscura così da poter sviluppare i negativi e stampare le foto.
Piano piano col passare degli anni arriva ad avere macchine fotografiche analogiche sempre più sofisticate e di qualità eccezionale.
Passa al medio formato usando la Mamija 4,5x6 per anni.
Con l’arrivo del digitale e i computer chiude la camera oscura.
Con le maggiori possibilità che appunto le macchine digitali mettono a disposizione e gli obiettivi molto migliorati passa alla caccia fotografica e frequenta vari parchi nazionali anche all’estero mantenendo la passione per i paesaggi e la natura.
Ha fotografato, prima e dopo i restauri, gli interni e esterni della chiesa del Borghetto a Ivrea e gli interni della chiesa di S. Gaudenzio che hanno originato due libretti con la storia delle due Chiese.
Con lo stesso spirito fotografa anche in altre regioni.
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