la storia
L'idromele è la bevanda fermentata più antica in assoluto, prodotta anche dai Celti che la chiamano "mead", si consumava abbondantemente nei matrimoni perchè si riteneva che stimolasse la virilità e la fertilità. Si beveva per un ciclo lunare intero dopo il matrimonio, il termine Luna di Miele sembra derivare proprio dal forte consumo di idromele da parte degli sposi durante quel periodo, per proteggere la sposa dal rapimento da parte del popolo delle fate (e rendere
l'uomo più virile). I Greci la chiamavano ambrosia, la bevanda per eccellenza degli Dei. La parola stessa idromele dal greco hydor e méli ovvero acqua e miele ci dice come si produce la bevanda, ovvero dalla fermentazione del miele (processo naturale che avviene in concomitanza di umidità e calore) mescolato con l'acqua.
Per i Celti l'idromele era una bevanda sacra inizialmente riservata solo ai sacerdoti e alle quattro cerimonie dei fuochi, perchè si riteneva che il miele fosse un cibo divino dono degli Dei che cadeva dal cielo sotto forma di pulviscolo. Virgilio lo diceva "dono della rugiada" che si depositava sui fiori e veniva raccolto dalle api.
Per i popoli nordici l'idromele è la bevanda dell'AltroMondo, simbolo dell'immortalità. Con essa si segnavano i riti di passaggio della vita: nascita, matrimonio e morte. Oggi l'idromele è una bevanda che si stà riscoprendo
con lavorazioni enologiche moderne, consumata dall’aperitivo fino a fine pasto, a seconda delle tipologie può essere una bevanda di accompagnamento su portate sia salate che dolci.